Quello che le scuole di design non insegnano

Frequentare una scuola di design è sicuramente un’occasione importante nella vita di ogni designer. Non tutti fanno questo passo, non è indispensabile, ma sicuramente utile, se la scuola e i corsi sono ben fatti.
La cosa più importante in una scuola dovrebbe essere dare una forma mentis al futuro designer, oltre che ovviamente insegnargli -quantomeno- le basi del lavoro che andrà poi a svolgere, anche perché con la frequenza con cui le cose cambiano e si aggiornano, vedo molto difficile insegnare qualcosa di diverso dai fondamentali. Questo ovviamente non significa insegnare i fondamentali di 10 anni fa, ma quelli di adesso.

Ci sono delle eccezioni a questa che dovrebbe essere la normalità. Dato che però queste eccezioni sono la stragrande maggioranza, non possiamo parlare di pochi casi isolati. I pochi casi isolati sono casomai quelle scuole che insegnano come si deve.

La cosa che mi da più fastidio è che in queste scuole viene considerato più il programma che il metodo. Mi spiego meglio: viene dato ampio risalto a come imparare ad esempio ad usare photoshop piuttosto che non a capire come un sito funzioni, o perché deve essere fatto e strutturato in un certo modo.

Come si può pretendere che qualcuno impari qualcosa di web design se si fa solo photoshop e se va bene css? Come possono poi sperare di poter entrare poi in aziende serie le persone che escono da queste scuole?
Ora, nessuno pretende che chi esca da li abbia già chiaro il concetto di ux o che altro, ma quantomeno un minimo, sapere che cosa sono le breadcrumb tanto per dire. Quantomeno un’infarinatura. Che magari sono gli stessi che poi sbandierano siti fatti in tabelle malissimo come usabili e accessibili perché hanno superato la validazione w3c[[A volte le tabelle devono essere usate al posto dei div per migliorare l’accessibilità, ma non è certo questo il caso]].

In queste scuole, in questi corsi, viene dato molto risalto alle suite Adobe. Bene, è importante sapere usare bene Photoshop, Illustrator anche, Flash se proprio proprio, ancora possiamo tenerlo dentro adducendo qualche oscuro motivo, ma a che caspio serve insegnare Dreamweaver? Tanto vale focalizzarsi sull’html e il css, poi l’editor ognuno se lo sceglie da solo. Come se fosse l’editor a fare la differenza tra un webdesigner e una decorazione di natale.

Inoltre, ma si, siamo polemici, per attirare le persone, viene usata come specchietto per le allodole la certificazione Adobe (sempre Adobe). Smentitemi se non è così.
Ok, che se ne fa un webdesigner di una certificazione Adobe? Tranne rarissimi casi, ma proprio rari rari, la certificazione non serve a un piffero. Eggià, è proprio così, non serve a niente, ma soprattutto non ci si fa niente. Non ho mai sentito di web agency che chiedevano la certificazione adobe in un annuncio di lavoro da webdesigner, a parte quelle che cercano giardinieri forse. Conta quello che sai fare, non solo un pezzo di carta che dice che che sai usare certi programmi (e anche qui tocca vedere come vengono utilizzati, perché uno può anche essere bravissimo a usare un dato programma, ma se poi non sa farci niente di concreto o decente è un altro paio di maniche, certificazione o no il lavoro non lo avrà).
Dubito fortemente che una certificazione di quel tipo possa servire a imparare come si crea un sito usabile ne tantomeno accessibile.

Se le scuole dessero più spazio al web design, quello vero, dove design vuol dire progettazione, ma anche, perché no, alla grafica di un sito web (le mode ecc.. quello che ci pare), oltre che alla sua ideazione, non ci sarebbero forse in giro meno smanettoni e più persone preparate, che sanno fare un lavoro dopo essere uscite dalla scuola?

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Marco

Marco è un blogger che scrive di Web Design, in particolare di User Experience e accessibilità, Graphic Design, tutorial e tutto quello che riguarda il mondo del web e della carta stampata.

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