Quand’è che smetterai di fare schifo e incomincerai ad essere un buon webdesigner?

Ogni tanto Simone mi manda un link di qualche sito/blog di qualche sedicente webdesigner. E ogni volta ci troviamo di fronte la solita desolazione.

Blog tutti uguali, tutti con gli stessi contenuti inutili, gli stessi font, e quando ogni tanto spunta fuori un articolo di un argomento decente, magari di web design, questi autori paccano clamorosamente. Il che è evidente, dato che parlano solo di cose tipo: l’ispirazione/video della settimana (e lo fanno tutti dannazione), i font più carucci, le icone più glossy. Cose che col web design proprio non hanno nulla a che fare.

E allora, perché non smettete di fare così dannatamente schifo? Perché non iniziate a studiare qualche vero libro di webdesign? Così poi magari potete anche offrire qualche articolo che non sia fuffa.

Certo, nessuno dice che il web dovrebbe essere altrimenti, ma se non hanno metodo e non sanno come si fa un sito è solo colpa loro (vale la pena ricordare che l’82% degli sviluppatori italiani e webagency sviluppa siti a casaccio, senza metodo[[Simone D’Amico, tesi di laurea.]]), ma anche di chi gestisce blog così, perché non fa altro che fomentare altra ignoranza, quando vedi che tutti pubblicano gli stessi video, gli stessi contenuti inutili, gli stessi “ispirazione della settimana”, magari uno che si sta affacciando a questo mondo pensa che questa sia la norma. E questa di certo la norma non dovrebbe essere.

Le skill di un vero webdesigner

Non è facile cercare di scrivere tutte le skill (abilità, per chi non mastica l’inglese) di un buon webdesigner (progettista web, anche per quelli che pensano di sapere l’inglese), anche perché si viene da formazioni differenti, idee diverse, ecc..
Non mi va di fare un decalogo delle capacità, anche perché il confine con le altre professioni sta diventando sempre più sfumato, ma comunque possiamo provare a generalizzare un poco, tenendo bene a mente che ognuno di noi fa quello che gli piace fare (io ad esempio flash non lo uso a prescindere). Avremo quindi:

Un minimo di conoscenze d’usabilità web. Della serie: i link vanno sottolineati e la frase “clicca qui” non è un mai un buon link.
Una buona conoscenza della progettazione di siti web, sapere almeno che i wireframe non sono una cosa così opzionale come qualcuno blatera. Sapere in che momento usarli poi sarebbe ancora meglio.
Una buona se non perfetta conoscenza dell’accessibilità. Questa vorrei evitare di spiegarla, dato che l’abbiamo capita tutti.
Un’ottima conoscenza di html e css, sennò come li facciamo i siti?
Un’infarinatura di php, quel tanto che basta per creare template per i vari cms.

E già così volendo siamo usciti dal seminato, perché magari uno lavora in un’azienda con affianco i programmatori e non ha bisogno di saper creare i template per i cms, tanto per fare un’esempio spiccio.

Come vedete ho generalizzato molto, ho lasciato volutamente fuori il seo e altre cose, perché è materia di un altro articolo, e in questa sede volevo solo ricordare le cose che servono per avere un minimo di competenza in questo mondo, quel tanto che basta per scrivere articoli decenti.

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Marco

Marco è un blogger che scrive di Web Design, in particolare di User Experience e accessibilità, Graphic Design, tutorial e tutto quello che riguarda il mondo del web e della carta stampata.

6 Risposte

  1. Gabriele Romanato ha detto:

    E’ una situazione generalizzata, non solo in Italia. In genere chi scrive si limita a riproporre del contenuto preso da altri siti. E in genere è su questi blog che trovi le informazioni sbagliate, come funzioni di WordPress che non funzionano, plugin jQuery non testati nè spiegati, esempi JavaScript e PHP al limite dell’autoreferenzialità. Il problema nasce dal fatto che i motori di ricerca in genere indicizzano molto più velocemente i blog di altri siti. Il vecchio principio della selezione dei contenuti non viene applicato da nessun SE. Una directory come DMoz, per quanto obsoleta nel concept, in realtà è molto più utile per selezionare ciò che conta e ciò che invece non è rilevante. Paradossalmente la vecchia selezione manuale dei link utili è molto più utile della selezione operata sulle SERP, ossia nessuna selezione. Quindi il web designer può contare molto sull’eco dato dai SE alle news e alle cross-reference su altri siti. Ma, come diceva Zeldman, se i contenuti mancano allora… nada.

    Ottimo spunto di riflessione. 🙂

  2. Fabio ha detto:

    Qualcuno ha detto Juliusdesign?

  3. Marco ha detto:

    No, l’hai detto tu e solo tu.

    Non c’è bisogno di fare nomi, se lo fai ti prendi tu la responsabilità della cosa.

  4. Raffaele ha detto:

    Hahahahhaha Perchè anche a me è venuto in mente un solo nome ?!

  5. Jacopo ha detto:

    Un grosso errore per esempio è il mettere la pubblicità di google all’inizio dell’articolo sulla sinistra dove il nostro “occhio occidentale” si aspetterebbe di trovare l’inizio del paragrafo 🙂
    Un ulteriore errore è il non mettere i commenti subito sotto il post.
    Consiglio di ripartire dalle basi con Norman, studiare magari un po’ di psicolinguistica e non trascurare del tutto i temutissimi link blu di Nielsen.

  6. Marco ha detto:

    Detto da uno che fa siti web a 50€, son tutti complimenti.

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