Come la burocrazia uccide gli e-commerce

Un piccolissimo disclaimer: non so come funziona dalle altre parti, questo che scrivo vale per Roma, dove è successa la cosa.

Oggi vi racconto un fatto che mi è accaduto piuttosto recentemente e che mi ha reso abbastanza incazzato verso la pubblica amministrazione.
È successo che ho aperto un negozio, sia fisico che web, e quindi tra le altre cose ci siamo recati in comune per ottenere tutte le autorizzazioni del caso, insegna, pubblicità, oltre ovviamente alla dichiarazione di inizio attività per il negozio. Ebbene, pare che se uno dichiara di voler aprire un negozio, pagando tra le altre cose la bellezza di 50€ (e non ho ancora capito il perché di questi soldi), deve poi compilare un altro documento, molto simile, per l’apertura dell’e-commerce, pagando a sua volta 16€, e presentando il tutto in triplice copia, il che, non essendo tale documento ben 10 fogli, scoccia parecchio.
Niente pdf, niente di niente, la carta vogliono, e ancora di più vogliono i soldi.

Che c’è di male in questo?

Innanzitutto mi scoccia pagare per aprire un negozio, come cosa fondamentale, perché così non mi incentivi, anzi, mi metti sulla strada giusta per mollare e mandare tutti a quel paese. Perché è un furto bello e buono.

Seconda cosa mi scoccia ancora di più dover pagare questo balzello di 16€ per riscrivere un documento quasi identico a quello già presentato, per dire sostanzialmente che oltre il negozio fisico c’è anche quello virtuale. Quindi oltre il secondo furto, pure una perdita di tempo non indifferente.

Voglio dare un suggerimento semplice semplice al comune di Roma. Perché non fare un documento unico, magari più semplice anche, che valga tanto per il negozio fisico che quello virtuale? Per l’e-commerce basta un foglio solamente, in cui si fa il distinguo tra vendita alimentare o no (mi pare che i negozi alimentari online hanno una legislazione tutta loro, credo per il magazzino e la spedizione soprattutto), e l’indirizzo del sito. Stop.
Tanto io sto aprendo un negozio, a te comune che frega come me lo apro? Se è fisico o virtuale a te che interessa? Una volta che uno apre un negozio apre un negozio, il come è affar suo. Sta alla persona scegliere se farlo solamente virtuale, solo fisico o entrambi.

I soldi sarei pure disposto a darteli caro comune, pagare le tasse e tutto, però di certo così mi metti sulla buona strada per aprire un negozio si, ma in un paese più civile e normale.
Il bello è che poi hanno anche il coraggio di dire che in italia non c’è innovazione, i giovani non vogliono lavorare e il sistema non cresce. Già, chissà perché e per colpa di chi.

 

Marco

Marco è un blogger che scrive di Web Design, in particolare di User Experience e accessibilità, Graphic Design, tutorial e tutto quello che riguarda il mondo del web e della carta stampata.

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Una risposta

  1. 9 gennaio 2015

    […] relativamente nuovo. Molti sì stupiscono di quanto in realtà sia facile aprire un e-commerce (a parte per le lungaggini burocratiche..), di quanto basti poco per vendere da subito. Non parlo del lato sviluppatore, quello è un […]

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