La giusta guerra
Su ItalianWebDesign, sta venendo fuori una discussione sul lavoro del webdesigner. Non si è riflettuto su una cosa però. Facciamo sempre quello che ci chiede espressamente il cliente? Sappiamo dire di no?
La guerra
Parlo di guerra, perchè di guerra si tratta. Non tutti i clienti capiscono il nostro lavoro, non ci avrebbero assunti altrimenti, ma nonostante tutto, molti pretendono di metter bocca nella faccenda.
Ogni tanto toccherebbe ricordare a questi clienti, che se ci hanno assunti, è perchè probabilmente sappiamo fare il nostro lavoro. Il problema è che spesso, il designer assunto non riesce a far trasparire dal design l’immagine dell’azienda. Un sito, ad un’azienda, serve solo ad una cosa: vendere. Non importa che sia bello o brutto, ma solo che assolva il suo scopo. Per un designer una cosa del genere spesso è inconcepibile, si tende a far lavori “belli” ma poco “utili” a fini pratici. La guerra è guerra, se il sito non vende, i soldi per lo sviluppo del sito sono assolutamente immeritati.
I compromessi del mestiere
Non si può sempre avere la moglie ubriaca e la botte piena, ma in alcuni casi, i compromessi ci salvano un lavoro altrimenti fallito. Andare incontro alle esigenze del cliente, assecondarlo entro i limiti del giusto (quello che è giusto lo sappiamo dalla nostra esperienza), anche sapere dire di no, può portare a un lavoro ben riuscito graficamente, che riesca ad assolvere lo scopo primario del sito, che ricordo non è farlo sembrare bello, ma solo “utile” per l’azienda.
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