Il lavoro di web designer sta morendo?

L’altro giorno ho visto una pubblicità in tv che decantava quanto sia facile per chiunque potersi creare un sito web dal nulla e senza alcuna esperienza col servizio X, e mi è capitato di riflettere sul futuro della nostra professione.
Ormai la presenza online è una cosa fondamentale per qualunque azienda, e chiunque è online, anche i non esperti e la pizzeria sotto casa, fosse anche solo su Facebook, perché l’accesso ad uno spazio su internet è diventato facile ed accessibile a tutti.
Quindi il nostro lavoro sta morendo? Siamo diventati inutili, soppiantati da servizi online sempre più completi e professionali? Iniziamo con una panoramica del web attuale.
Se vuoi la risposta breve è NO, però il nostro lavoro sta indubbiamente cambiando, evolvendo.

L’articolo è lungo, però offre molti spunti di riflessione quindi assicurati di leggerlo fino in fondo.
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Lo stato del web

Attualmente, Internet è letteralmente in mano a poche compagnie (Facebook, Amazon, eBay, Google) che hanno dalla loro una grossa fetta del traffico web, ci sono sempre più designer che competono tra di loro e i temi preconfezionati sono diventati uno standard.

Facebook, uno dei siti più visitati al mondo.

Facebook, uno dei siti più visitati al mondo.

I siti, anche quelli più semplici, sono gestiti con i più disparati CMS, mentre i social network stanno cambiando, e hanno già cambiato, il modo in cui la gente e sì approccia ai siti internet, e come sì interfaccia con essi, infatti moltissimi usano le app piuttosto che il sito stesso per collegarsi, ma questo è dovuto anche alla capillare diffusione di smartphone e tablet. Anche l’età media sì è abbassata di molto1.

Per come la vedo io, al momento abbiamo due macrocategorie di siti:

  • CMS
  • Siti di social network e content sharing

Questi due macroinsiemi eterogenei, compongono ormai se non il 100% di tutti i siti internet poco ci manca. Esaminiamoli in dettaglio.

CMS

Ormai praticamente tutti i siti internet girano su un CMS. Ce ne sono di tutti i tipi e per fare qualsiasi cosa, dal semplice blog al sito di e-commerce.

  • Blog, siti personali e siti di aziende
  • Siti di e-commerce
  • Forum
  • Siti 2.0

Ognuna di queste tipologie di sito può essere creata con uno o più CMS, ma tra i più usati vogliamo ricordare WordPress per i blog, VBulletin per i forum e Magento per gli e-commerce. Solo WordPress da solo gira su qualcosa come 60 milioni di siti2.

I CMS sono la soluzione più pratica ad un problema che affliggeva tutti i siti degli albori del web negli anni 90, ovvero la staticità. Prendendo WordPress come esempio, questo software provvede a fornire all’utente un’immagine del sito consistente e coerente (tra le varie pagine e gli articoli), con la possibilità aggiornare i contenuti senza dover intervenire a livello di sorgente. Questo rende molto facile pensare che un’azienda sì doti di un sito basato su un CMS come questo, oppure di una piattaforma di vendita online come Magento se ha la possibilità di vendere prodotti su internet, piuttosto di una pagina statica che deve continuamente aggiornata dalla sorgente HTML da qualcuno che ne sia capace.

Siti 2.0

Odio la definizione 2.0, perché è stata data a qualsiasi cosa, in qualsiasi ambito, e ormai è snaturata, e le persone che di internet capiscono poco e meno se ne riempiono la bocca per sembrare esperti, ma non sapevo come altro definire questi siti.
In questa particolare categoria troviamo i siti che sebbene utilizzino un CMS (anche CMS famosi), sì comportano come social network, inserendo ad esempio tutti i ristoranti di Italia, oppure le recensioni dei locali, o molte altre categorie. Non sono dei veri e propri social network perché mantengono una redazione producendo contenuti e quindi non vivono solo attraverso gli utenti.

Siti di social network e multimedia hosting

twitter

Facebook, Twitter, Google+, YouTube, Vimeo, Pinterest, Foursquare.. potrei andare avanti per ancora un po’ con i nomi.
Questi siti sono costruiti sulle nostre esigenze, e sì adattano alle cose che ci piacciono, mostrandoci i contenuti più pertinenti ai nostri gusti.
Non producono alcun tipo di contenuto perché tutto quello che c’è sopra questi siti è creato da noi stessi, gli utenti, e la moneta che riceviamo in cambio si chiama like. È gratificante ricevere un like, sia esso su Facebook o YouTube, e la cosa ci spinge a creare sempre nuovi contenuti per ricevere ulteriori like.
È molto facile essere su uno di questi siti e iniziare a produrre contenuti, solitamente basta registrarsi ed è fatta.
Rispetto a Myspace e a Youtube di qualche anno fa, ora le modifiche apportabili alla pagina sono diventate molto più guidate dal social network stesso, permettendo la modifica (grafica) solamente su elementi particolari e molto ben definiti. Pensa a YouTube di qualche anno fa è quello di oggi. Questo è stato fatto anche pensando ai diversi dispositivi che sì collegano a questi siti, fornire un’immagine coerente tra i vari media aiuta il riconoscimento del sito stesso, ovvero del brand del sito.

Il mercato dei template

Non ho un’opinione negativa riguardo i template, in fondo facilitano la vita a noi sviluppatori, no? Ci permettono di abbassare i costi e i tempi di sviluppo, e al cliente di ricevere un lavoro ben fatto, in poco tempo, ad un prezzo più che ragionevole. Ovviamente sto parlando dei classici siti aziendali, poi ogni realtà ha le sue esigenze particolari, ma niente che non sì possa adattare.

Non sono neanche molto convinto che questi temi ammazzino la creatività come sostiene qualcuno3, ne che tutto questo mercato ci possa in alcun modo togliere clienti. Quanti clienti conoscete che hanno una vaga idea di che cosa siano i template? O che conoscano Themeforest? Ammesso che ne abbiano una vaga idea, quanti hanno la voglia di sbattersi a fare una cosa del genere oltre il loro normale lavoro?
Lo stesso discorso vale chiaramente per i temi gratuiti, fanno un’ottima pubblicità a chi li realizza, ma sono appannaggio di pochi utenti oltre la comunità di esperti del settore. In ogni caso credo che esistano pure persone non del settore del web design (e affini) che scaricano i temi da questi siti, ma siano davvero pochi. Sono dell’idea che se uno sì scarica un tema è più predisposto a installarsi un CMS da solo piuttosto che pagare qualcuno che lo faccia per lui.

Nonostante questo, credo che il mercato dei template renda più asettico e meno personalizzato il nostro lavoro, rendendoci più degli operai che dei creatori di un’opera di ingegno, apportando solo le modifiche minime richieste dal tema e dal sito, come cambiare i nomi e i loghi, anche se probabilmente per molte realtà imprenditoriali questo è più che sufficiente, sta poi al contenuto essere unico e riuscire a catturare il visitatore.

Il web design sta morendo?

No, io non credo.
Il Web Design come professione non potrà mai morire, perché è legata a doppio filo all’esistenza stessa del web, fintanto che ci saranno siti internet ci dovrà essere per forza qualcuno che ha progettato e creato quel tema o quel sito. Così come ci saranno programmatori e sviluppatori che hanno scritto i programmi che su cui girano quei siti.
E le grandi compagnie continueranno ad assumere persone e aziende per farsi fare un sito su misura, mentre gli sviluppatori come me e te troveranno sempre nuovi modi di rendere profittabili CMS come WordPress o quello che sarà, attraverso la vendita di temi, plugin o chissà che altro.

L’evoluzione del lavoro di web designer

evoluzione

In quest’ottica, possiamo facilmente capire come il nostro lavoro stia gradualmente (ma neanche troppo) cambiando.

Siamo ancora artigiani che realizzano un prodotto su misura dei nostri clienti, ma ormai lo facciamo tutti sugli stessi scheletri, ovvero i CMS, e su interfacce su cui abbiamo un controllo minimo (i siti di Social Network e Sharing), e molto difficilmente andremo a creare un CMS (un nostro CMS) o un sito statico per un progetto di un cliente, non è neanche pratico ormai, visto che a installare un software ci vogliono pochi minuti.
La quantità di scelta tra i CMS inoltre permette inoltre di specializzarsi ognuno in un particolare software (o più d’uno), garantendo una buona varietà nell’offerta, anche se la grande fetta la prendono sempre quei 5 (numero casuale) CMS.
E sono sempre di più quei webdesigner che scelgono di non lavorare con i clienti ma solo di vendere temi.

Sebbene sia facile prevedere che ci sarà un calo dei web designer (anche se attualmente è tutto il contrario), io credo che questo avverrà in un periodo di tempo molto lungo, perché è vero che la tecnologia ci renderà sempre meno indispensabili (probabilmente), ma proprio per questo la professione del web designer assumerà un aspetto diverso da quello che è adesso, più come un servizio “di lusso”, che come una necessità per essere online. Ed è qualcosa che sta già avvenendo sotto gli occhi di tutti questo.

Il parere di alcuni colleghi

Ho chiesto anche ad alcuni colleghi ed amici il loro pensiero su questo argomento, ecco cosa mi hanno detto.

Laura Gargiulo, lauryn.it:

Ecco come la vedo io: il mestiere del web designer non sta morendo, ma si sta evolvendo e specializzando. Come ho segnalato sul mio ebook infatti, “Come diventare web-coso” (a breve una recensione su questo blog, n. d. Marco), il titolo di web designer innanzitutto non esiste più in senso stretto. Lo si vede anche dagli annunci di lavoro. Si cercano graphic designer, UX designer, front end developer, etc. Noi dobbiamo cercare innanzitutto di inquadrarci in una o più di queste professioni e capire in che direzione vogliamo andare.

Dopo di che, i siti a 100 euro troveranno sempre spazio, soprattutto in Italia, dove il concetto del web design come un lavoro vero e proprio non esiste ancora, ma come ho detto più volte, a mio avviso un cliente che prova quei servizi può solamente imparare dal suo errore, scoprendo che il sito come lo volevano loro richiede molta più fatica, qualità, ed ovviamente, tempo e denaro. Molti imparano proprio da questa esperienza che rivolgersi ad un professionista è la mossa migliore. Altri sono contenti così o diranno peste e corna del mondo del web rinunciando a far decollare la propria attività. Poco male.

Giorgio Taverniti, giorgiotave.it:

1. Pensi che il web design stia morendo come è attualmente concepito?


Il Web Design non sta morendo. Magari ha un momento di pausa anche perché non c’è innovazione vera, senza innovazione nel design. Non so come, non so quando, ma da qualche parte nel mondo ci deve essere un collegamento tra le varie innovazioni e quando assistiamo a cambiamenti epocali c’è una forza che li spinge tutti nella stessa direzione.

Oggi c’è molta confusione e dopo anni di stravolgimenti il mobile e le app hanno attirato l’attenzione a discapito del desktop. Quindi c’è ancora bisogno di qualche anno per un allineamento che possa permettere una grande innovazione nel Web Design.

2. Come pensi che cambierà il lavoro sul web dal tuo punto di vista nel prossimo futuro?


In Italia vedremo sempre meno freelance in giro per tante figure legate al web, secondo me in poco meno di 2 anni vivremo una rivoluzione del mercato con agenzie che dovranno cogliere la sfida più importante: evolvere dal punto di vista della strutturazione del team operativo. Un bel problema.

3.Come pensi che influisca sul mercato chi fa siti a 100 (o anche meno!) euro?


Ho una visione molto positiva. Se tu vendi mele scadute a 1€ e io vendo mele buone a 100€, tu mi fai un favore. Perché una persona verrà da te, spenderà quei soldi perché penserà che 100€ sono troppi per quella mela, poi proverà la tua. Eh si, capirà che le mele, quelle buone, costano.

Capisco chi ha timore perché in Italia purtroppo in molti sono al limite, con le tasse che ci sono da pagare basta veramente poco per essere fuori dal mercato, specialmente per i freelance.

Mi dispiace molto per la situazione, però chi fa i siti a meno di 100€ fa un favore a tutti. Infatti la domanda è: ma tu lo vorresti un cliente che crede che un lavoro del genere costi così poco?

È una questione di target

Simone D’amico, simonedamico.com

Non credo che stia morendo il web design, più che altro si sta assistendo ad una rivoluzione del settore che sta portando a figure professionali più specializzate. Mentre fino a qualche anno fa per un progetto di successo era sufficiente conoscere in maniera un po’ più approfondita i vari linguaggi e/o i trend del momento per distinguersi dalla massa, con l’avvento dei CMS e dei template grafici questa parte viene già fornita senza particolare impegno.

A questo punto diventa essenziale reinventarsi e trovare nuove soluzioni per uscire dalla mischia e fornire lo stesso prodotti di valore.

Il ruolo dell’User Experience

L’UX, per nostra fortuna e per quella degli utenti è sempre più presente e pervasiva nel nostro lavoro. Anche se non conosciamo tutti i principi e non siamo esperti tutti allo stesso modo molte cose basilari le mettiamo in pratica nei nostri lavori.
Questo sta portando il nostro lavoro, un passo alla volta, verso un qualcosa che da semplici web designer, progettisti di interfacce, ci trasformerà in sviluppatori sensibili a tematiche più importanti, come è già successo per l’accessibilità.
Diventeremo quindi sempre più sviluppatori completi, perché il web designer puro come è oggi non sarà più utile, sempre che esista ancora.

E i servizi di creazione siti a pochi soldi?

Credo che sia un bene l’esistenza di questo tipo di servizi, perché tolgono dal mercato molte aziende e persone problematiche, quelle che non hanno ben chiaro cosa significa stare su internet e oltre al budget risibile, pretendono 1000 modifiche, supervisionano il vostro lavoro in maniera maniacale fino a rovinare tutto e proclamano di sapere loro cosa è meglio per loro, non i test che fai tu. In questo modo noi possiamo concentrarci su aziende più serie, e rovinarci di meno la vita. Ho capito che con certa gente è pure inutile provare a ragionare, loro vogliono il sito in quel modo, qualsiasi cosa voi diciate o facciate, non cambieranno idea, e allora tanto vale che se lo facciano da soli mentre te lavori su progetti più gratificanti.

Cosa ne pensi? Hai avvertito anche te questo cambio di tendenze nel nostro lavoro? Mi piacerebbe che lasciassi un commento con la tua opinione a riguardo.

Marco

Marco è un blogger che scrive di Web Design, in particolare di User Experience e accessibilità, Graphic Design, tutorial e tutto quello che riguarda il mondo del web e della carta stampata.

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