Come svalutarsi
Ovvero come perdere di credibilità con il mondo intero
Non mi riferisco solo al mondo della grafica e del web, ma è un discorso che è più generale possibile, dato che va a coinvolgere più o meno tutte le categorie di lavoro.
30€/anno di hosting sembrano essere una cifra insormontabile per una serie di persone, scuole, enti, che puntualmente si rivolgono a servizi free come hotmail, altervista o quant’altro. Niente da dire sul servizio in se che è ottimo, ma è sull’uso che se ne fa. Infatti sono questi servizi gratuiti che non sono pensati per l’uso professionale. Di qualunque tipo.
Abbiamo quindi l’impresa di pulizie che usa libero e l’indirizzo lo mette sul camion, abbiamo il webdesigner magari pure bravo che mette il suo sito su altervista.
Ma il più delle volte chi fa questo non si cura della sua immagine professionale, non va a pensare che un sito, un’indirizzo mail del tipo info@nomeazienda.it, sia migliore che non uno gratuito, e questo vale specialmente per le aziende “fuori” dal web, per cui 100 biglietti da visita sono meglio di un dominio (i costi sono quasi equivalenti), quando un sito internet (specie se non fatto dal primo che passa..) è come un biglietto da visita, ma più potente ed esteso.
Diverso è il caso di coloro che con internet lavorano e usano i siti gratuiti. Solitamente si tratta di ragazzini che, non potendosi permettere un hosting, o magari solo perchè tirchi oppure perchè è tutto un gioco per loro, non comprano un dominio. Però ci sta anche il webdesigner bravo che non conosce bene le tecniche di promozione, e si affida a un hosting gratuito. Ed è proprio quello bravo che ne verrà penalizzato da tutto questo, perchè quelli che non sono veri professionisti hanno tutto da guadagnare a lavorare così, mentre i veri professionisti hanno tutto da perdere.