Aprire la partita IVA per lavori creativi
Sei un libero professionista ma non sai come iniziare la tua attività da freelance in serenità? Oggi parliamo di partita IVA per liberi professionisti, imposte e contributi previdenziali.
La ritenuta d’acconto o la partita IVA?
Alla domanda ritenuta d’acconto o partita IVA sicuramente rispondiamo partita IVA. Potrai leggere online che per avviare un’attività non è necessario aprire partita IVA ma potrai lavorare per più committenti con ritenuta d’acconto. Non è così perché la prestazione occasionale ha dei limiti che non la rendono la scelta giusta per i liberi professionisti:
- c’è l’obbligo di non superare i 5000€ di reddito annuo;
- l’obbligo di non superare i 30 giorni di collaborazione occasionale per ogni committente;
- l’obbligo di non collaborare più volte con lo stesso committente durante l’anno;
- l’obbligo di non pubblicizzare la propria attività.
Questi limiti sono dovuti al concetto portante della prestazione occasionale: il concetto, appunto, di occasionalità. Se la tua attività lavorativa, anche nei primi anni, si configura come continuativa e coordinata allora dovrai necessariamente aprire partita IVA. Oggi vediamo come è possibile usufruire di regimi agevolati per liberi professionisti.
Regime forfettario: cos’è e come aprire partita IVA
Sono tanti i dubbi che hanno i liberi professionisti che decidono di aprire partita IVA per avviare la propria attività lavorativa. Uno tra i tanti è quello delle imposte troppo esose e difficili da compensare con il guadagno. Non è però sempre così e lo Stato ha messo a disposizione dei liberi professionisti un regime fiscale agevolato: il regime forfettario.
Sostituto del vecchio regime dei minimi, il regime forfettario non è accessibile a tutti, esistono infatti dei requisiti da rispettare come il limite di fatturato annuo. Il limite di fatturato non è uguale per tutti i liberi professionisti ma varia in base al codice ATECO della propria attività. Il limite di fatturato è di circa 30.000€ molto più alto del limite della prestazione occasionale! Sempre il Codice ATECO definisce il coefficiente di redditività, una percentuale che determina l’imponibile su cui pagare l’imposta sostitutiva, unica tassa del regime forfettario. Il coefficiente di redditività altro non è che un forfettario di spese che lo Stato ha associato ad ogni tipologia di attività lavorativa.
L’imposta sostitutiva del regime forfettario è del 5% nei primi cinque anni di attività e al 15% negli anni a seguire.
A questo punto: come apro partita IVA?
Scelto il proprio regime fiscale e identificato il codice ATECO della propria attività potrai aprire partita IVA. Per farlo devi seguire una di queste modalità:
recarti personalmente presso un Ufficio dell’Agenzia delle Entrate, consegnando il modello AA9/12, con carta d’identità;
inviare una raccomandata a qualsiasi Ufficio dell’Agenzia delle Entrate con i medesimi documenti;
online, sul sito dell’Agenzia delle Entrate compilando i medesimi documenti.
Se hai necessità di una consulenza per analizzare la tua situazione fiscale e scoprire se il regime forfettario fa al caso tuo, o semplicemente per confrontarti sul codice ATECO con un esperto, puoi rivolgerti a fiscozen.it che aiuta i propri clienti, gratuitamente nella compilazione delle pratiche di apertura partita IVA e nella scelta del regime e del codice ATECO. Quale modulo inviare nella domanda? Il modello AA9/12 dove dovrai indicare il codice ATECO della tua attività, il regime che hai scelto e una serie di dati importantissimi per la tua futura attività, anche in questo caso Fiscozen potranno venire in tuo aiuto seguendoti nella compilazione!
E ora che ho aperto partita IVA?
Ora che hai aperto partita IVA puoi iniziare a fatturare e dovrai iscriverti alla cassa previdenziale di riferimento per la tua attività. Se non hai una cassa previdenziale specifica dovrai iscriverti alla gestione separa INPS direttamente sul loro sito internet oppure recandoti nell’ufficio della tua città.