La stupidità dei nativi digitali, il paradiso dei pedofili
Fa riflettere un articolo uscito in questi giorni sul fatto che SnapChat ha conservato 13gb di materiale pedopornografico, per un totale di circa 100mila fotografie1.
SnapChat, per i meno esperti di tutti questi trendy (come sono poi io), è un servizio che ti permette di scambiare foto per solo pochi istanti con altre persone e poi le cancella. Risata.
Le cancella talmente bene che adesso ci sono 13gb di materiale pedopornografico in giro. Sorvoliamo anche sul fatto che volendo uno può salvare lo screen del telefono salvando così la foto, ci vorrebbe un Q.I più alto di 70 per ragionare sulla cosa.
Cito anche un articolo scritto da Paolo Attivissimo sul modo in cui questi bambocci sì interfacciano ad internet. Sì, sono bambini, ma sono bambini ingenui e stupidi, con iPad, iPhone, e quant’altro, che non hanno idea del mondo in cui sì trovano perché è tutto sfavillante, brilluccicoso e facile. Sì, è tutto fin troppo facile.
Cosa è un Url? Fateci caso, sull’app di Facebook, quella di Youtube o di ebay, ci sono percaso url? E quindi i bambocci non hanno idea di cosa siano gli url, niente che mi stupisce più di tanto.
Eppure dietro queste app ci sono dei servizi web. Servizi che hanno un sito, un url definito, che sono su internet.
Questo non è un post in cui spiego come possiamo sfruttare questi bambini per i più loschi fini, sono sicuro che siamo tutti abbastanza intelligenti per farsi venire in mente 100 modi diversi per truffare questi bambocci usando proprio la loro stupidità.
Questo vuole essere un articolo che fa riflettere su come sia ora tutto molto facile. Le icone colorate sullo smartphone assolvono il loro compito fin troppo bene.
E questo è sicuramente un traguardo per l’UX, visto che punta proprio alla facilità di uso e di accesso del servizio.
Abbiamo creato servizi e app a prova di stupido, e ora stanno crescendo generazioni di lobotomizzati che non sanno neanche che cosa è un SO il cui più grande traguardo è premere icone a casaccio su uno schermo.
Io ho personalmente gestito una pagina il cui 90% del pubblico è composto da bambini. Bambini ingenui. Facebook ha la regola che quelli con meno di 13 anni di età non possono registrarsi? E dove sta il problema, basta mentire, o usare l’account di mamma o papà. Infatti, dati alla mano, posso dire con certezza che una buona metà del pubblico di quella pagina ha tra i 9 e i 12 anni. Dai 9 ai 12, ripeto2. Ed è così facile prenderli in giro perché non sono abituati ad avere la concezione del dubbio. Questi bambini sono facilmente influenzabili, e basta chiederglielo che loro ti dicono dove abitano e il loro numero di telefono. Non vi linko niente perché santo cielo (ho personalmente testato la cosa e vi assicuro che vi inviano dati personali senza farsi alcuna domanda. E neanche in privato, ma nei commenti dove chiunque può leggere queste cose)! Ma li la colpa è anche dei genitori e della loro mancanza di vigilanza. Un gestore serio a quel punto prende e cancella, ma chi sa chi lo ha visto nel frattempo? E se non fossi un gestore serio, oppure non me ne accorgessi in tempo?
Di certo non è mai stato così facile essere un pedofilo su internet. Non c’è manco bisogno di usare Tor, basta andare su SnapChat, profilo falso e bam. Migliaia di foto aggratis, senza fare niente, anzi, sono i bambini che te le mandano.
- Hackers Access At Least 100,000 Snapchat Photos And Prepare To Leak Them, Including Underage Nude Pictures, 10 Ottobre 2014 ↩
- Cito per completezza anche Marketer Beware: 7.5 Million Facebook Users Are Kids, 12 Maggio 2011. ↩