La pigrizia dei Millenials (o app-dipendenti)
Quando si parla dei Millenials in questo articolo, non mi sto riferendo solo a tutti quelli nati dopo il 2000 (quindi max 16 anni nel 2016), ma tutti quelli nati anche dopo, quelli della cosiddetta “App-Generation”, ovvero tutti quelli che sono nati in un mondo dove le app se la comandano.
Mi permetterai questo sfogo post-estivo, ma voglio porre l’accento su un fattore decisivo che ho notato in queste persone, questi bambini (o pischelli come diremmo qui a Roma). Ovviamente l’hai letto anche nel titolo e sto parlando della loro pigrizia.
Queste persone, questi bambini, non sono abituati a muoversi al di fuori dell’ecosistema dell’app, quindi tutto ciò che succede, deve succedere all’interno dell’app, all’interno della cosa che stanno guardando in quel momento, altrimenti non esiste. Non parlo dell’acriticità dell’accettare notizie, a quell’età è normale e giustificato, ma proprio nel fatto del non saper cercare le cose. Ecco, proprio di questo vorrei parlare in dettaglio.
Quando si è all’interno di un app, i genitori sono convinti che non può succedere niente di male
Io questa cosa l’ho notata tantissimo sul mio canale YouTube, con pubblico medio 8-16 anni maschio, con percentuali di uso di tablet e smartphone di quasi il 90%, dove ogni cosa è una domanda, ogni video c’è qualche bambino che invece che cercare su internet, prende e scrive un commento in italiano stentato per chiedere un’informazione che ci avrebbe messo la metà del tempo a cercarla da solo (esempio, per vedere in dettaglio quello che stanno chiedono i bambini basta una banale ricerca su internet).
I genitori hanno sicuro una colpa in vigilando, ma chiaro è difficile stare dietro ai bambini che fanno vedono e guardano su internet, anche col un filtro di parental control, uno ha la sicurezza, o quantomeno una parvenza di tale, che finché ci si muove all’interno di quell’ambiente non può succedere nulla di male, ed è sicuramente vero per ambienti come YouTube (fino ad un certo punto: come fai a sapere se quello youtuber non inizia a bestemmiare o dire parolacce in un dato video a quel minuto? Dovresti bloccare tutto il mondo con questo ragionamento), ma è già meno possibile per Facebook, dove chiappe, culi e bestemmie sono all’ordine del giorno in moltissime pagine molto frequentate.
Il rischio è quello di formare una generazione intera di persone che non sa cercare su internet, e la cosa è spaventosa.
Il consiglio mio è quello di insegnare ai propri figli un utilizzo responsabile di questi strumenti, e saper cercare quello di cui non si è a conoscenza, per un utilizzo intelligente di internet.
My 2 cent.
Ciao Marco, sono un disoccupato 36enne con la passione per la grafica (piu’ di una passione dato che ho fatto studi artistici) e ultimamente per il web design.
Ho cominciato a leggere libri ed esercitarmi con il codice lato client ma devo ammettere che faccio fatica (socialmente con il responsive). Le cose che mi chiedo sono due. Si puo’ iniziare questo lavoro alla mia eta’, con la possibilità di essere assunti in Italia?
E dato che mi piacerebbe piu’ che altro lavorare con la grafica per i mockup che con il codice, c’e’ la reale necessita’ di conoscere il codice? Specialmente dopo la diffusione di wordpress o muse che rendono tutto piu’ facile? Ti ringrazio e attendo consigli con ansia. Grazie e a presto.
Veramente dubito che questo comportamento sia esclusivo dei millenials; io l’ho sempre notato dagli albori di internet. Considera tra l’altro che meme quali RTFM, GIYF e alternative (che si usano per rispondere a questi pigri) sono abbastanza vecchi.