Come consegnare al cliente un solo progetto grafico

Se già conosci i wireframe leggi la nota[[Per gli esperti che mi leggono, per favore non linciatemi.Lo sto che sto riducendo tutto in maniera decisamente troppo condensata, ridurre tutto il design solo ad un wireframe usato in maniera tra l’altro impropria, però sono dell’opinione che è tanto meglio procedere per gradi piuttosto che mollare tutto il bloccone di cose tutte assieme.]], altrimenti continua a leggere l’articolo, è tutto per te.

Siamo sinceri, quante bozze (grafiche) avete fatto per gli ultimi vostri clienti? Quante sono piaciute al primo colpo e quante invece sono state respinte? Sapete invece quante ne ho fatte io? Sempre e solo una, e non è mai stata rifiutata. No, non c’entra la fortuna, ma solo tanto lavoro. E studio, of course.

Questo articolo è rivolto in particolare a tutti quelli che ancora non hanno capito il concetto di wireframe ma anche dell’usabilità in generale (e siamo su stime dell’82% del totale dei webdesigner e agenzie[[Dato ottenuto da Simone D’Amico nella sua tesi di laurea.]]).

Come lavorano queste agenzie e professionisti?

Dato che stiamo parlando dell’82% di tutti noi (come categoria), è bene capire quale sono i processi di sviluppo di un sito web “classico”, ovvero la procedura seguita dalla stragrande maggioranza:

  • Incontro col cliente
  • Bozza in Photoshop
  • Correzioni bozza
  • Codice e consegna

 

Vi ci trovate? Spero sinceramente di no.
Ora, non per essere cattivo o che, ma questo metodo è folle. È semplicemente folle, anche se è vero che è molto veloce.
E per diversi motivi:

  • Perdete del tempo inutilmente, sistemando le varie bozze con già la grafica montata sopra.
  • Il sito non è un lavoro di qualità, perché non tiene conto di utenti, bisogni, necessità, niente di niente, quindi il sito non serve a nessuno.
  • Il sito sembra economico, ma sembra e basta, perché a meno che al cliente non frega niente, quel sito è -probabilmente- da buttare e rifare come si deve. Sarebbe costato molto di meno farlo bene una sola volta. E di certo (il cliente) non si affida a quelli che gli hanno fatto un lavoro da cani.

Fare un sito come si deve è un procedimento non proprio velocissimo, ci sono un sacco di cose da fare, testare, studiare, verificare, controllare, ecc… Ridurre tutto a una sola bozza grafica è francamente eccessivo.

C’è però metodo molto più semplice di ottenere un lavoro quasi-decente senza doversi mettere a fare, studiare, controllare e quant’altro. Un metodo che vi consente di ottenere comunque il 100% dei responsi positivi alla vostra proposta grafica (e se ciò non accade il cliente ha seri problemi), questo metodo si chiama wireframe. In italiano, bozza. Sembra la scoperta dell’acqua calda, e in effetti non è che serva un illuminato per arrivare a questo, però allora perché l’82% delle agenzie/professionisti-presunti-tali non usa neanche un accenno di tale tecnica?

È arrivato il momento di provare un wireframe.

Che è un wireframe?

In italiano si traduce banalmente con bozza, ma è ben diversa dalle vostre bozze fatte con tutti i lustrini in Photoshop, questa è una bozza grezza, a malapena si vedono quelli che saranno poi i blocchi finali dei sito. Esistono dei programmi apposta per creare queste bozze, sia desktop sia online, a voi la scelta, volendo potreste usare comunque Photoshop, vedete comunque quanto è più facile e veloce creare uno di questi blocchi e modificarlo piuttosto che una grafica fatta e finita.
Si presenta al cliente, si modifica, si presenta al cliente, si modifica, molto semplice e efficace, veloce ed economico. Provateci, non vi costa niente, e il vostro lavoro ne guadagnerà. Certo, siamo ancora ben lontani da un corretto metodo di sviluppo, ma è già qualcosa.

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Marco

Marco è un blogger che scrive di Web Design, in particolare di User Experience e accessibilità, Graphic Design, tutorial e tutto quello che riguarda il mondo del web e della carta stampata.

2 Risposte

  1. Davide Pupparo ha detto:

    Ciao!
    Piacere di conoscerti.
    Mi sono imbattuto per caso su questo articolo (provenendo dal blog di Simone D’amico che stavo visitando) e devo dire che per me è stato, come dire, illuminante.
    Sono un web designer, brand creator, creativo tutto fare :), al momento freelance ed autodidatta al 90%. A dire il vero al momento lavoro anche in fabbrica, ma questo nn è rilevante.
    Nei primi siti che ho fatto, seguendo l’esempio della web agency con cui ho collaborato, ho presentato le mie 2 belle bozze quasi operative al cliente. Man mano che facevo nuovi siti, notavo che questo sistema nn era logico, non era corretto. Stessa sensazione ho iniziato ad avere per le bozze dei loghi. Mi chiedevo in continuazione: cosa ne faccio a fare 2 o 3, se so gia quale sceglieranno? perchè non dedicare direttamente tutto il tempo a quella che reputo migliore per il cliente. Un po come dire: ti sei rivolto a me in quanto professionista, ed ecco quello che credo sia piu adatto per te. Niente presunzione, ovvio, solo un voler essere corretto ed evitare la stupida e dispendiosa presa in giro delle 3 bozze. Sono arrivato a questo ragionamento da solo, e ne sono fiero. Ora, leggendo questo articolo, ho capito di aver intrapreso la strada giusta, e anzi nn vedo l’ora di poter apprendere nuove cose sull’argomento.
    Quindi ti ringrazio per l’illuminazione :).
    P.S.
    Il sito che ti ho indicato nn è ancora attivo. Manca pochissimo, comunque.
    Appensa sarà up te lo faccio sapere, una tua visita mi farebbe piacere.
    Saluti,
    Davide.

  2. martyki ha detto:

    Come si fa a non essere in accordo con questo articolo? Io da quando ho scoperto i wireframe (e grazie al cielo presto!), mi sono sempre trovata bene. E’ vero, all’inizio ci vuole un po’ di più, ma è tutto tempo risparmiato per il dopo! Mi è capitato solo una volta di dover mettere mano mille volte ad un progetto fatto per un mio amico che non sapeva neanche lui cosa voleva nel suo sito (e non lo sa ancora. Infatti ha deciso lui per primo di fare pace con il cervello e di richiamarmi solo quando avrà deciso DAVVERO cosa vuole e cosa non vuole).
    Con il mio ex capo combattevo per questo. Mi diceva sempre: “Tu intanto fallo così come viene, poi si modifica in corso d’opera” e mi prendeva quasi in giro quando facevo prima il wireframe. Partire da una buona progettazione era uno spreco di tempo (per lui. Che amarezza).
    Ti ringrazio davvero per questo articolo; mi hai fatto sentire meno sola!
    Ciao,
    Martina

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